Riflessioni sulla mia esperienza

Ieri, a pranzo, dopo circa 10 mesi che non vedevo la tv in italiano sono riuscita a seguire il tg1 su tv satellitare. C'era da aspettarsi qualche sorpresa in particolare?
Le notizie sono sempre le stesse, nulla di particolare è cambiato in Italia. Parti politiche che combattono l'una contro l'altra, dati statistici più o meno stabili per quanto riguarda il tasso di disoccupazione e il mercato del lavoro. La percentuale di giovani italiani disoccupati è salita al 40% e il mercato del lavoro ha una domanda in diminuzione in ogni settore, dal primario al terziario.
Ogni paese sta vivendo la crisi economica, l'Australia non è da meno, ma qui ha un impatto inferiore rispetto ad altri luoghi. Non c'è molta differenza in tutti i paesi, anche in Australia ci sono persone che lavorano in nero per la cifra di 9 dollari l'ora, quando il minimo sindacale è 16 e queste persone provengono specialmente dai paesi asiatici limitrofi. Ci sono backpackers che vengono sfruttati da dipendenti incoscienti ed approfittatori, come la storia di questa giovane ragazza tedesca in una cattle station nel Northern Territory: questa ragazza lavorava dalle 7 del mattino alle 7 di sera, prendendosi cura di bambini, preparando il pranzo e la cena e non aveva nemmeno il tempo e il diritto di fermarsi per mangiare e avere qualcosa per se, sette giorni su sette a settimana, con la promessa che di settimana in settimana avrebbe avuto i suoi soldi, prima o poi. La situazione è cambiata solo quando una giovane insegnante ha avuto il buon senso di chiamare il titolare della cattle station e di denunciare cosa stava succedendo.
Ho scritto in un altro articolo che tutto il mondo è paese ed anche in senso negativo questa frase rispecchia, a volte, la realtà dei fatti.
Non voglio essere ipocrita, a volte anche io mi son trovata al punto di decidere se essere pagati regolarmente vale la pena oppure accettare direttamente cash sia più semplice e conveniente. Credo sia una realtà abbastanza ordinaria al giorno d'oggi, sia che ci si trovi in Italia, negli Stati Uniti o in Australia. 

Non so come si uscirà da questa crisi, in che modo e quale sarà il futuro di noi giovani ed è forse per questo che ho deciso di viaggiare, oltre alla mia naturale indole di avventuriera, a volte inconscia indole. Sto imparando molto nella mia esperienza qui che non avrei di sicuro imparato a casa, in Italia.
Il fatto che il governo australiano imponga dei paletti ai giovani backpackers che vogliano estendere il loro visto - sono previsti 88 giorni di lavoro da svolgere in zone rurali dell'Australia in settori quali agricoltura, allevamento, costruzioni, minerario o altro - fa si che molti giovani provino nuove esperienze. L'esperienza più comune è quella del fruitpicking, la raccolta e/o confezionamento della frutta, e poi ci sono altre esperienze, nelle cattle station, nelle farm, in comunità aborigene come lavoratori retribuiti o volontari (wwoofing o conservation australia). In queste esperienze ci si trova in un mondo molto diverso dai nostri piccoli peasi italiani di provincia e credo sono le esperienze da cui si impara molto, in primis si impara ad essere grati per ciò che si è sempre avuto e si ha e si impara ad essere non tanto superficiali e materialisti.
Ammetto che manca un po' di divertimento, ma ci si ritrova catapultati indietro nel tempo, quando il divertimento era più naturale, quando i bambini ancora giocavano a rincorrersi in ampi spazi aperti…diciamo ritorno un po' indietro ai primi anni della mia adolescenza e alla mia infanzia. Lo stile di vita è più rilassato, in alcune zone non c'è ricezione per il telefono e la connessione internet è molto lenta. Si lavora e poi ci si riposa, o bisogna inventarsi qualcosa da fare, anche nel weekend. Ma ogni giorno qualcosa di diverso può succedere: visitare la comunità aborigena vicina, dopo un'ora di viaggio lungo la superstrada, e condividere con essa una giornata di festa nella scuola locale; rimanere insabbiati con il 4x4 nel deserto australiano, dopo un'ora di viaggio, e imparare a guidare l'auto via telefono satellitare, quando intorno a te non c'è nessuno se non l'immensità di sabbia rossa e di qualche arbusto; partecipare al BBQ della scuola con solo 6 bambini aborigeni che hanno deciso di presentarsi a scuola e fare un giro per la piccola scuola; andare in un pub dell'outback il venerdì sera e scoprire che non c'è nessuno, se non tre donne aborigene sedute fuori per terra che chiacchierano.

Non avrò la sicurezza di un lavoro, la sicurezza economica di chi lavora e cerca di risparmiare soldi, di chi sogna una vita ordinaria e cerca di "sopravvivere", ma ho la mente piena di ricordi, di immagini che difficilmente dimenticherò e ho la conoscenza di questi posti, che non avrei mai avuto se non fossi venuta, in più ho la conoscenza e le capacità che questi posti mi stanno insegnando a sviluppare e ho la fortuna di aver conosciuto persone fantastiche, che stanno diventando familiari.

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